Salute

I diversi tipi di intervento alluce valgo

Quando si deve affrontare un intervento chirurgico per correggere la patologia del cosiddetto “alluce valgo”, spesso ci si interroga su quale sia la procedura più congeniale alle proprie esigenze.

Esistono infatti diverse tecniche chirurgiche, da quelle ultime ritrovate cosiddette percutanee o mini invasive, a quelle tradizionali che vanno invece ad incidere in maniera più consistente sull’anatomia del piede.

Per decidere bisogna affidarsi necessariamente a dei professionisti nella chirurgia del piede che sappiano valutare esattamente a seconda del caso.

Se, in ogni caso, si ha voglia di farsi un’idea generale su cosa si andrà ad affrontare, ecco alcune delle tecniche chirurgiche più utilizzate per l’intervento di alluce valgo.

Metodo tradizionale

Detta anche “tecnica Austin o Chevron”, l’intervento classico di osteotomia distale del primo metatarsale è un intervento che si adatta a diversi stadi della patologia, da quelli lievi a quelli più gravi. È utile per correggere la deviazione angolare, migliorare l’appoggio e la meccanica dell’articolazione. L’incisione è di circa 5 cm, la capsula viene aperte, corretto la curvatura, e viene poi introdotta una vite in titanio nell’osso per evitare recidive. Decorso post-operatorio non doloroso e pieno recupero dopo quattro settimane.

Metodo mini invasivo

Il metodo cosiddetto “PDO o Bosch” per la correzione di un’osteotomia e dislocazione dell’alluce differisce da quello tradizionale per un’incisione chirurgica più corta, la non apertura della capsula articolare e l’utilizzo di un filo di Kirschner, un filo metallico che serve ad immobilizzare frammenti ossei, di 2 mm infilato dall’alluce nel primo metatarsale. Il decorso post-operatorio è un po’ più complesso, perché il filo che sporge dall’alluce va mantenuto circa trenta giorni e poi rimosso ambulatorialmente, e la medicazione deve essere fatta dal medico ogni sette giorni. Tra l’altro, non è indicato per tutti gli stadi della patologia, ma solo per deformità lievi e presenta un tasso abbastanza alto di recidiva.

Intervento percutaneo

È un intervento finalizzato alla sola rimozione della sporgenza ossea (detta “bunion”, o “cipolla”), non tocca l’articolazione né corregge la biomeccanica relativa alla deformità. L’incisione effettuata è piccola, e da lì l’osso viene demolito e poi evacuato. Ma non correggendo la deformità, tende a non risolvere del tutto il problema dell’alluce valgo, eliminando solo il fattore estetico. In caso di deformità consistente, per questo, è consigliato un intervento risolutivo che incida anche sull’avampiede, neutralizzando le forze deformanti e riequilibrando la biomeccanica del piede.

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